La decisione presa dal Papa, di non inaugurare più il nuovo anno accademico alla Sapienza, è stata l'unica scelta saggia che potesse prendere.
La Sapienza è uno dei più grandi atenei d'Europa.
Un ateneo che raccoglie studenti di fede cattolica, islamica, ebraica, buddista, che ospita persone di ogni credo e credenza, persino atei.
Come può aver pensato Guarini, il magnifico Rettore, di far passare inosservata una visita come quella papale, in un mosaico così denso di credenze e tradizioni?
Se l'Università di Roma avesse voluto aprire le porte alla spiritualità, avrebbe dovuto invitare i rappresentanti di tutti i culti religiosi presenti nel territorio romano, dando così una "lectio magistralis" sul dialogo interreligioso e sulla democrazia, nel riconoscimento delle diversità e delle minoranze. Prodi e tutti questi politici che predicano cercando i consensi cattolici riempiendosi la bocca di parole come "libertà di parola", "tolleranza", "libertà d'espressione", si sottomettono (e con loro le istituzioni laiche e democratiche del nostro paese), all'autorità di quella religione che, grazie al suo nuovo pontefice, sta imboccando una strada retrograda e oscurantista.
Perchè nell'Università invece non si è lavorato per l'apertura del dialogo tra le tante confessioni religiose presenti in Italia, visto che è la necessità più impellente di quest'epoca?
E invece no. Renato Guarini, con la complicità di Veltroni, Mussi e di tutto il mondo politico italiano, ha dimostrato come in Italia la laicità dello Stato sia ancora molto lontana. Uno Stato che decide di finanziare la corsa agli armamenti e le scuole cattoliche private, piuttosto che incentivare la ricerca nelle Università pubbliche a cui, si suppone, dovrebbe appartenere anche La Sapienza.
Un mondo politico che china la testa in materia di diritti civili, come nel caso della legge sull'aborto o di quella sulle coppie di fatto.
Una classe politica che ha già bloccato l'evoluzione scientifica, facendo fallire il referendum sulla procreazione assistita, dando alla Chiesa Cattolica il monopolio interpretativo sulla concezione dell'essere umano.
E l'ingerenza vaticana è ancor più grave nel contesto attuale, se pensiamo a ciò che incarna Joseph Ratzinger: la parte più oscurantista e conservatrice del Cattolicesimo.
Un uomo che difende il creazionismo, che rinforza strenuamente la parte più reazionaria del credo cattolico, ben espressa quando, ancora cardinale, il 15 marzo 1990, in un discorso nella città di Parma, riprese un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Un uomo cresciuto all'epoca della "democrazia" hitleriana. Un Papa che, polemizzando con il mondo islamico, con le sue affermazioni rischia di riaccendere lo "spirito delle crociate".
Come umanisti non possiamo non esprimere solidarietà ai docenti e agli studenti che si sono opposti alla visita papale.
L'Università dovrebbe essere un luogo di crescita, approfondimento e conoscenza, senza intromissioni da parte di un'istituzione religiosa che si oppone alla ricerca scientifica, che non si apre al dialogo interculturale e interreligioso e non si adatta alla mondializzazione che tanto caratterizza questo momento storico.